Week end di studio per i docenti delle scuole secondarie di secondo grado e futuri membri interni delle commissioni d’esame.
Appena l’altro venerdì, infatti, sono stati pubblicati i chiarimenti e le indicazioni operative per gli Esami di Stato conclusivi dell’anno scolastico 2019/2020.
Il documento ha esplicitato alcuni dei punti già enunciati dalle ordinanze ministeriali n. 9, n. 10 e n. 11 del 16 maggio 2020, concernenti gli esami di stato e la valutazione dei maturandi di quest’anno.
Quel “Mercurio Alato” sotto forma dei tre documenti inviati sulla Terra dal MIUR per informare noi comuni mortali, ci aveva già annunciato quali fossero i cinque step fondamentali dell’unica prova d’esame, quella orale. Eccoli.
Prima fase (chiamarla “Fase Uno”, mi sarebbe sembrato un tantino inappropriato): discussione di un elaborato concernente le discipline di indirizzo, precedentemente assegnato ai maturandi e da questi, poi, restituito.
Seconda fase: analisi di un testo di italiano, il cui studio sia stato affrontato nel corso del quinto anno.
Terza fase: analisi di materiale scelto dalla commissione.
Quarta fase: esposizione dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (P.C.T.O., ex Alternanza Scuola-Lavoro)
Quinta fase: accertamento delle conoscenze e delle competenze nell’ambito delle tematiche di Cittadinanza e Costituzione.
Ma come si farà a ricevere la traccia dell’elaborato? E per rispedirlo? Se un maturando si presentasse all’esame senza aver prodotto alcunché, cosa accadrebbe? Il presidente potrebbe interrompere il candidato, con una domanda a bruciapelo sui programmi, ad inizio colloquio?
Queste, le domande inoculate nella mente di qualsiasi docente a lettura ultimata delle tre ordinanze di metà maggio, dubbi a cui le integrazioni del 28 maggio hanno cercato di dare una risposta.
La traccia dell’elaborato sarà trasmessa agli alunni tramite le vie ufficiali del registro elettronico o della mail istituzionale in uso della scuola, ed il testo redatto dai ragazzi sarà inviato alla mail dei docenti ed, in copia, anche alla casella di posta istituzionale della scuola o ad altro indirizzo mail dedicato. La mancata presentazione dell’elaborato scritto, per i candidati interni, avrebbe solo ripercussioni dal punto di vista valutativo, ma non comporterebbe, di per sé, il mancato superamento dell’esame. Altra storia, invece, se fosse un candidato esterno a risultare inadempiente. In tal caso, si determinerebbe automaticamente il mancato conseguimento del diploma.
Niente paura, infine, per eventuali domande a bruciapelo, in fase iniziale di colloquio: qualsiasi membro della commissione non potrà che porre domande solo ed esclusivamente attinenti all’elaborato, e non relative ai programmi scolastici affrontati durante l’anno.
Ci saranno altre integrazioni, a tali ordinanze e note?
Potrebbe darsi.
Vi invito, quindi, a rivolgere un pensiero gentile, la sera, quando metterete la testa sul cuscino.
Un pensiero per quegli uomini e quelle donne, logorati da uno studio matto e disperatissimo, per questo esame, atteso e temuto da sempre, ma totalmente diverso da quanto si sarebbero mai aspettati: i docenti degli Esami di Stato 2020.